Un austero Andy Warhol alto otto centimetri, un Pulcinella già sbeccato, un cammello in legno di chiara discendenza egiziana, un portachiavi della Tour Eiffel e la medesima torre sottovetro, con tanto di falìe cadenti; un amorino portappunti, pensieroso, una rana-percussione, la perfetta riproduzione di Freddie Mercury in concerto (Live Magic '86: baffi e blusa gialla da ussaro, per dire...). Un modellino d'auto d'epoca, un maiale salva soldi con apertura sulla coda, una moneta brasiliana, una mascherina africana. Giungono e prendono posto sulla mia scrivania, a perdita di senso, oggetti innecessari da ogni angolo del mondo e, nello spolverare, mi sento Emilio Salgàri.